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20200530 AdWare occasione mancata?; OpenOffice 4.2 chiama; Wordperfect 2020 [Condensati di Rete - 17 - 30.05.2020]

Forse con il modello adware siamo stati troppo severi

Correva l'anno 2005 e i norvegesi di #Opera Software celebravano sobriamente i primi dieci anni del loro browser. Opera veniva offerto in due versioni, una gratuita ma con la presenza di banner pubblicitari ed una a pagamento che non aveva ovviamente questa limitazione. Per l'anniversario la software house offrì per un breve periodo licenze gratuite di Opera 8. La risposta del pubblico fu notevole e contribuì a definire un cambio di rotta nella storia di questo browser. A breve distanza infatti Opera 8.5 fu per la prima volta distribuito come freeware privo della barra pubblicitaria. Per molti, me compreso, fu l'occasione per provare Opera e sviluppare una certa fedeltà al prodotto che ancora oggi continua ad essere una delle mie soluzioni preferite.

Nella mia personale cronologia di Internet questo è il momento in cui tramonta il modello adware dei software sostenuti dalla pubblicità. Questa formula commerciale era molto diffusa tra la fine degli anni novanta e l'inizio degli anni duemila, ma la sua credibilità era stata fortemente compromessa da alcuni usi molto disinvolti e lesivi della privacy degli utenti al punto che in molti contesti la formula veniva paragonata a veri e propri virus. Ripensandoci ad anni di distanza, sono propenso a pensare che quell'atteggiamento di chiusura verso l'adware sia stato una occasione mancata. Se ben gestito quel modello avrebbe offerto a molti sviluppatori un canale stabile di finanziamento del proprio lavoro ed avrebbe sottratto molti progetti alle fluttuazioni bizzarre delle donazioni. Purtroppo la spregiudicatezza di pochi finì invece per affossare l'intero modello.

Che la formula adware non fosse in se malvagia lo si capisce facilmente guardando ad esempio il modello del web gratuito. Nessuno si lamenta troppo se per avere una casella di email gratuita deve sopportare qualche messaggio pubblicitario. C'è poi anche chi va oltre come quelli del browser Brave che da un lato bloccano la pubblicità e dall'altro propongono di sostituirla con altra pubblicità sulla quale però prendono una percentuale... Infondo non è molto diverso dal modello visto in precedenza, se non per il fatto che scatena una guerra fratricida con chi i contenuti nel web li crea.

C'è poi l'intero ecosistema delle app per Android che si regge sul modello adware con analogie sorprendentemente simili a quelle utilizzate da Opera fino al 2005. Anche in quel contesto la sponsorizzazione sembra essere accettata di buon grado ed ha reso più conveniente sviluppare per Android che non per le classiche postazioni desktop. La questione di fondo è sempre la stessa, l'assuefazione al "gratis" fa si che gli utenti non si pongano minimamente il problema della sostenibilità economica dei software che utilizzano. Il risultato è evidente: molti progetti sono in sofferenza e molti altri semplicemente ad un certo punto si sono fermati. Da un certo livello di complessità in poi, a poter offrire il freeware resteranno solo i grandi colossi che spesso lo utilizzano come lock-in per i propri prodotti o come clava per eliminare la concorrenza. Insomma che sia adware, donationware o altro, la sostenibilità economica dei software che utilizziamo quotidianamente dovrebbe essere anzitutto una nostra priorità.

Apache cerca volontari per OpenOffice 4.2

Continua il percorso di avvicinamento verso #OpenOffice 4.2, una versione importante perché segnerà il distacco dal ramo 4.1.x e porrà nuove basi per le versioni future. In questa ottica il team che in Apache segue lo sviluppo del progetto OpenOffice ha recentemente pubblicato un post in cui invita gli utenti ad unirsi al progetto. Qui nel ho pubblicato una traduzione informale. Non si cercano solo sviluppatori ma anche tester per le versioni preliminari, traduttori e autori per la documentazione. A proposito se volete provare in anteprima OpenOffice 4.2 qui trovate binari e sorgenti della DEV-2.

WordPerfect 2020

#WordPerfect è stato uno dei primi software di videoscrittura che ho utilizzato con continuità. Ne conservo un ottimo ricordo che viene stabilmente confermato ogni volta che in preda alla nostalgia faccio un giro sulle versioni demo messe a disposizione da Corel. Da pochi giorni è uscita la 20esima edizione denominata per l'occasione WordPerfect Office 2020. Vi riporto qui di seguito un estratto di un articolo molto più lungo in cui racconto la mia esperienza con WordPerfect, Quattro Pro e Presentation:

Molti anni fa, in un tempo forse ancora un po’ pionieristico, il mio primo programma di videoscrittura fu WordPerfect 8. Beh non proprio il primo se contiamo un breve approccio con il forse troppo vituperato Wordpad, ma sicuramente il primo di un certo peso. Una storia un po’ strana a dire il vero, perché WordPerfect Suite 8 non faceva parte della dotazione software ufficiale della catena in cui avevo acquistato il PC ma se ne stava ben mimetizzato sul disco dei driver della scheda madre. Ed infatti passarono mesi prima che me ne accorgessi... Ricordo persino di aver ritagliato, accuratamente compilato e spedito (per posta ordinaria!) il talloncino di registrazione all’indirizzo italiano di Corel.

Erano tempi in cui una licenza di MS Office costava uno sproposito, il cloud non era che nella mente di pochi visionari (qualcuno ricorderà Starportal di Sun) e ci si arrangiava con poco. Avere gratis WordPerfect era quindi una bella comodità, così come lo era poter impaginare un documento in maniera decente. O leggere senza troppi traumi i file .doc che più o meno come ora monopolizzavano indisturbati allegati email e siti web.

Di quella versione di WordPerfect ricordo una leggerezza che non ho più ritrovato nei software di videoscrittura che ho usato successivamente. Ma anche una grande cura generale, uno stupendo editor di formule matematiche e tante raffinatezze come la possibilità di posizionare il cursore del testo in uno qualsiasi dei punti di tabulazione o ancora la barra delle schede per passare rapidamente da un documento all’altro. C’era anche la semi-leggendaria ‘legal bar’ che sembra aver fatto (ed in una certa misura fa ancora) la fortuna di WordPerfect tra gli avvocati statunitensi.

Di Quattro Pro e Presentation ho un ricordo più sfumato ma non di meno positivo. In un mondo che ormai si era già ampiamente polarizzato su MS Office, WordPerfect Suite era una ostinata linea di difesa più o meno come nello stesso periodo un malconcio Netscape lo era verso l’ascendente Internet Explorer.

Alla prossima