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20230405 Ridimensionare le attese

Se gratis non è gratis e se più grande non è meglio

Un paio di giorni fa su Libranet ho buttato giù[1] un piccolo sfogo, una considerazione un po' amara sulle posse rabbiose che si aggirano per la Rete. Mi sembra il caso di tornarci non tanto per rimestare l'evento in se ma per provare a ricavarne qualche argomentazione in più.

La maggior parte delle email che ricevo non supera i 100kb di peso. Lo so non per attenzione maniacale ma per via di un filtro attivato molti anni fa (in tempi di ristrettezza di banda) che tronca automaticamente i messaggi che eccedono questa soglia. Spannometricamente questo significa che con uno spazio disco di 1 GB è possibile conservare alcune decine di migliaia di messaggi, un dato da correggere in eccesso se riceviamo per lo più messaggi di testo ed in difetto se invece riceviamo spesso allegati. Sono pochi o sono molti? Lo scorso anno ad esempio, sulla mia casella email principale ho ricevuto alcune migliaia di messaggi ma alla fine ne ho conservato poco meno di 450. Con un ritmo simile il gigabyte di cui sopra sarebbe sufficiente per molti anni.

Ma perché porre proprio un gigabyte alla base di questo calcolo? Fondamentalmente perché è questo lo spazio offerto da molti provider europei per gli account gratuiti. Non è ovviamente un parametro assoluto, ma serve a farsi una idea, a quantificare grandezze con cui molti non hanno familiarità. Dunque si diceva, un gigabyte può contenere la posta di molti anni, per alcuni probabilmente anche di una intera vita informatica. E d'altro canto anche avvicinandosi a quella soglia, nulla vieta di archiviare in un backup la corrispondenza più vecchia e liberare spazio per quella futura.

Eppure, proprio il parametro dello spazio per gli account gratuiti è spesso oggetto di critiche feroci da parte dei pistoleri del web sempre convinti di aver capito tutto, di stare dalla parte giusta e di dover convertire il mondo. Ecco allora che il confronto finisce sempre per essere fatto con i colossi della Rete che non fanno fatica a battere questo tipo di offerta salvo poi rifarsi per altre vie. Si pretende cioè di confrontare piccole e medie realtà che hanno nella posta elettronica una parte rilevante del loro business con colossi di un paio di ordini di grandezza maggiori per i quali l'email è solo uno specchietto luccicante con cui attirare ed intrappolare gli utenti. In altre parole, 15 GB sono meglio di 1 GB solo se non riesci a focalizzare la questione, solo se non ti poni il problema di chi paghi per permetterti di usufruire gratuitamente di un servizio.

Una azienda che vende un servizio può permettersi di offrirne una versione gratuita solo a certe condizioni. Ad esempio offrendo uno spazio ragionevole ma non tale da fagocitare i piani a pagamento. O inviando qualche comunicazione commerciale. O ponendo dei limiti compatibili con l'uso personale ma non con quello professionale. Viceversa una azienda che prospera nella così detta data economy[2] può anche non aver alcun piano per rendere profittevole un servizio perché lo stesso è propedeutico alla sua attività principale.

I 15 gigabyte (un numero non casuale ovviamente) diventano allora funzionali al progetto complessivo di quell'azienda. Uno spazio così generoso da poter dire all'incauto utente che non ha più bisogno di cestinare la posta inutile; che può lasciare tutto online senza scaricarne una copia sui propri dispositivi; e che comunque in questo spazio confuso si potrà sempre ritrovare tutto rapidamente grazie all'indicizzazione offerta dal motore di ricerca interno. Ovviamente si omette di mostrare l'altro lato della medaglia. Una casella email solo online rende l'utente ostaggio del fornitore e delle sue bizantinerie anche per la posta già ricevuta (oltre che per quella futura). L'immondizia che si accumula tende comunque a saturare lo spazio disponibile gratuitamente e gli upgrade a pagamento sono spesso un salasso. L'indicizzazione significa, fuor di metafora, che c'è qualcun altro oltre a voi che legge la vostra posta.

[1] Libranet.de

Specchio del mondo in cui viviamo.

La voce sulla Wikipedia in Italiano di Virgilio (il portale, non il poeta!) contiene una serie infinita di informazioni errate, senza fonte o non aggiornate. Ed è in questo stato da molti anni. Eppure lo scorso gennaio si è scatenata una piccola gara ad aggiornarla in tempo reale sui problemi di Virgilio Mail e Libero Mail.

Solerti autori non si sono minimamente preoccupati di sistemare gli evidenti limiti della voce ma solo di enfatizzare un incidente tecnico. Evento per altro di nessuna enciclopedicità ed affetto da evidente recentismo. Duplice condizione che dovrebbe far scattare il farraginoso regolamento interno, ma che -al solito- si attiva o si sotterra senza apparente logica.

In un altro momento mi sarei messo ad editare la voce. Ma ormai sono stanco di riordinare la spazzatura altrui. Ed un po' sono stanco anche di Wikipedia, dei suoi bilanci con troppi zeri, dei sui accordi con le AI e del suo immobilismo.

E sono stanco anche di questa internet popolata di demolitori sempre pronti ad attaccare, criticare, offendere, distruggere e poi al contempo incapaci di costruire alcunché.

[2] Wikipedia

#A2023 #eMail