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20220405 Quanto era bella la Kia Shuma

(Pubblicato inizialmente su Tumblr)

Mi è tornata in mente questa vecchia pubblicità che avevo visto molti anni fa su un periodico del settore auto. Molto probabilmente erano ancora gli anni Novanta ed il giornale verosimilmente era Auto Oggi, un settimanale che compravo spesso anche per via del prezzo accessibile (1.500 lire credo).

C'era questa pubblicità a tutta pagina, dicevo, in cui una dottoressa con camice bianco e borsa al seguito si appresta a salire in macchina mentre fuori è già buio ed il cielo minaccia pioggia. La sua auto è una Kia di un colore bege metallizzato pensato per trasmettere sobrietà e contrastare con lo sfondo scuro della scena. Il modello credo fosse una Shuma, una delle prime Kia di cui ricordi l'esistenza; un prodotto di cui si trovano poche tracce [1], molte delle quali confuse con altre denominazioni commerciali. Vagamente mi sembra di ricordare anche il motore, un 1.5 a benzina un po' insolito per il mercato italiano di quegli anni dominato dai “mille” o poco più.

=> https://de.wikipedia.org/wiki/Kia_Shuma [1] de.wikipedia.org

Di quella pagina però a colpirmi era soprattutto lo slogan. Non lo ricordo letteralmente ma il senso era grosso modo questo: se c'è qualcuno che conta su di te, devi poter contare sulla tua auto. Erano queste parole a rendere tutto coerente, con la dottoressa evidentemente chiamata per una urgenza che trova nella sua auto, affidabile e spaziosa, un solido aiuto nella propria professione.

Che senso ha ripescare questa cosa con un buon quarto di secolo di distanza? Il fatto è che continuo a chiedermi perché quei valori (sobrietà, affidabilità, proporzionalità) siano scomparsi dal mondo dell'automotive. A chiedermi perché le auto di oggi debbano essere così ridicolmente “cattive”, pesanti, stupide. A chiedermi se davvero automobili sempre più farcite di gadget e sempre più inaccessibili siano un “progresso”. A chiedermi soprattutto perché non ci siano più le Shuma degli anni Novanta, pronte ad offrire i propri servigi a chi dell'auto non vuole fare uno status symbol.

#InBreve