Tema libero: OpenOffice 4.1.9; LibreOffice Community e le aziende; Firefox 85 ed i supercookie [39.09]

Prologo

Stavolta non ho un filo conduttore da proporvi. E lo si capisce anche dal lungo silenzio trascorso dal precedente numero. Classica situazione in cui le idee si aggrovigliano in testa allontanandosi sempre più da una forma presentabile. Per questo la nona fatica di Trentanove - La rete che verrà è una sorta di tema libero, in cui metto assieme un po' di cose che non sono riuscito a collocare in maniera più organica. Spero risulti comunque a suo modo interessante.

OpenOffice 4.1.9

Partiamo dalle cose semplici. C'è una nuova versione di OpenOffice, la 4.1.9. Arriva a poco meno di tre mesi dalla precedente 4.1.8 e non apporta grandi novità se non la risoluzione di un bug che su macOS 11 (Big Sur) mandava in crash l'applicazione aprendo file in formato OOXML (docx, xlsx, pptx). Ci sono comunque degli aggiustamenti minori anche per le versioni Linux e Windows. Per il download come al solito potete partire da qui. Intanto proseguono a buon ritmo i download dal mirror ufficiale su Sourceforge che misura in media più di 2 milioni di prelevamenti al mese.

LibreOffice 7.1 Community vs aziende

Forse ricorderete che le quarto quaderno accennai alle discussioni nate attorno all'ipotesi di etichettare come "personal edition" le versioni gratuite di LibreOffice. Anche a seguito di reazioni non molto entusiastiche, quella denominazione non venne adottata. Al suo posto però è arrivata la versione "Community" che al di là del formalismo ne ripropone esattamente il concetto.

L'etichetta "Community" in LibreOffice 7.1 rimarca che si tratta di una versione destinata agli individui e non è invece destinata alle imprese. E non si tratta di una mia semplificazione, ma di un concetto ribadito in più parti nell'annuncio ufficiale della nuova versione, qui in una copia statica su Archive.org. Ammetto di aver trovato piuttosto irrituale il tono di questo comunicato che in diversi punti sembra quasi ostile verso il mondo delle imprese che hanno deciso di utilizzare LibreOffice affidandosi alla versione ufficiale e gratuita. Metto in ordine qualche punto di riflessione:

LibreOffice 7.1 Community, come le versioni precedenti, resta disponibile con licenza MPL 2.0. Quindi non esiste un limite formale all'uso in azienda. Su Phoronix tuttavia alcuni utenti sottolineano come anche il solo riferimento "Community" potrebbe precludere l'adozione del software in forza a policy aziendali rigide.
L'obiettivo di questa operazione dovrebbe essere quella di spingere gli utenti aziendali verso le versioni di LibreOffice sviluppate dalle società del così detto ecosistema (tra cui mi vengono in mente Collabora e CIB). Queste società hanno ovviamente ragione nel voler ottenere un ritorno per il loro impegno nello sviluppo, resta da capire se questo approccio sia il modo migliore per ottenerlo.
Si rischia di mettere le utenze aziendali in una posizione molto difficile a dover scegliere tra le versioni "aziendali" di LibreOffice (che ovviamente viaggiano sempre assieme a servizi a pagamento) e il rassicurante porto di Microsoft Office. In altre parole chi pensava di usare LO per ridurre i costi gestendo il software internamente potrebbe a questo punto far ritorno in quel di Redmond.
Accusare le aziende che hanno usato la versione gratuita di LibreOffice di essere un peso per il progetto e di rallentarne lo sviluppo, come si legge nel comunicato, a me sembra un approccio molto discutibile. Sia perché mortifica chi ha creduto nel progetto sia perché in contraddizione con la scelta opensource. In altri termini se non si desidera che una attività commerciale usi la versione gratuita, lo si dovrebbe esprimere in una licenza e non in un processo di biasimo. Anche perché sono molte le aziende che pur non sottoscrivendo contratti a pagamento destinano risorse a LO e ad altri progetti simili sotto forma di donazioni. Non andrebbe infatti dimenticato che per molte aziende gli applicativi di office automation sono piuttosto marginali nel business e ampiamente intercambiabili.

Discussione complessa dunque. Sul fronte tecnico ho effettuato un breve giro di prova su LibreOffice Writer 7.1 che mi è sembrato fare un buon passo in avanti nella gestione del formato docx di Word.

Firefox 85 chiude ai supercookie

Sul fronte Mozilla il rilascio a fine gennaio di Firefox 85 ha introdotto alcune novità interessanti in tema di privacy. Mentre il ruolo dei cookie nel tracciamento degli utenti è noto e tutto sommato gestibile, negli anni si sono sviluppate tecniche più subdole e difficili da controllare. Era ad esempio il caso dei dati offline memorizzati da Flash. O in tempi più recenti l'accesso ai dati HTTP Strict Transport Security (HSTS) memorizzati nel browser per creare un identificativo univoco. Anche la cache può essere utilizzata a questo scopo: una immagine condivisa da più siti può essere dotata di un identificatore univoco che può essere rilevato accedendo alla cache del browser stesso.

Queste ed altre tecniche sono genericamente identificate come supercookie. Con Firefox 85 viene introdotta una tecnica di protezione rispetto a questo tipo di tracciamento che si basa sull'isolamento della cache: cache HTTP, cache immagini, cache favicon, cache HSTS, cache OCSP, cache foglio di stile, cache font, cache DNS, cache autenticazione HTTP, cache Alt-Svc e cache dei certificati TLS vengono ora isolate per dominio rendendo quindi impossibile il loro uso a scopo di tracciamento.

Alla prossima!