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20200803 Silverstone 2020, la differenza tra un campione ed un buon pilota [Formula Condensata - 02 - 03.08.2020]

Nello sport c'è sempre una componente aleatoria, l'importante è farsi trovare pronti. E non diventare avidi. // #FC

Come in certi slalom paralleli tipici della stagione sciistica, lo scorso weekend a #Silverstone è andata in scena una gara parallela tra i due piloti Mercedes. Forti di una monoposto decisamente superiore alla concorrenza, Hamilton e Bottas hanno corso in sincrono fin dalle qualifiche e sembravano destinati all'ennesima (noiosa) doppietta. Poi quel pizzico di follia che ancora emerge in Formula 1 ha scombinato le carte. E come nel più classico effetto farfalla, due condizioni apparentemente simili hanno prodotto invece risultati opposti con una freccia d'argento vittoriosa e l'altra fuori dalla zona punti.

Sono partiti affiancati #Hamilton e Bottos, con quest'ultimo che per qualche frazione di secondo è sembrato potesse addirittura passare in testa. Ma non è successo e la coppia si è avviata per la ormai solita "gara a parte" con il resto dei rivali a contendersi al massimo il podio. Sempre vicini in pista ma mai in competizione diretta, i due sono passati indenni anche attraverso la Safety car e la conseguente corsa al pit stop.

Ultimi tre giri, la gara sembra non avere più nulla da dire, almeno per le posizioni di vertice. Ed invece detriti in pista ed usura degli pneumatici si combinano in un finale pirotecnico. In un parallelismo ai limiti del surreale entrambe le Mercedes forano ma con una impercettibile differenza. A Bottas succede al 50esimo giro, con lento rientro ai box e ritorno in pista fuori dalla zona punti. Ad Hamilton succede invece nell'ultimo dei 52 giri previsti, e l'inglese ha la freddezza mentale di restare in pista e concludere la gara. Vincendo!.

Ecco, la differenza tra un campione ed un buon pilota è spesso racchiusa in piccole differenze, in minuscoli variazioni delle condizioni a contorno che però si traducono in esiti completamente differenti. E sia chiaro, non è un discorso legato al singolo evento quanto alla capacità di farsi trovare pronti, di essere là dove si decidono i destini della competizione, di non sentirsi mai appagati. La carriera di Hamilton è piena di episodi simili, di gare ribaltate o salvate in extremis, di una tenacia che a volte è sembrata persino ottusa ma che numeri alla mano gli da totalmente ragione.

E poi c'è anche l'imponderabile. Seppur a distanza di sicurezza c'era un pilota ieri in grado di sottrarre la vittoria alla Mercedes, quel Max Verstappen su Red Bull che dopo la foratura di Bottas si trovava in seconda posizione e che da li a poco avrebbe potuto agevolmente colmare il distacco che lo separava da Hamilton a sua volta costretto a correre su tre ruote. Ma non è successo. Nel giro che separa le due forature in Mercedes infatti la Red Bull richiama il suo pilota ai box per mettere gomme fresche e tentare di conquistare il punto assegnato a chi realizza il giro veloce in gara. Obiettivo che in effetti viene raggiunto ma a prezzo della vittoria.

Per il resto, mondiale sempre più incardinato nonostante siano passate solo 4 gare. Con i 30 punti di vantaggio già accumulati, Hamilton ha più di una gara di vantaggio sugli inseguitori. Tanta roba in mondiale a lunghezza variabile.