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20201724 Brawn GP, storia di una sterlina investita bene. Formula 1 stagione 2020, premesse anomale ma finale scontato [Formula Condensata - 01 - 24.07.2020]

Stagioni anomale in Formula 1 // #FC

In quella primavera del 2009 Ross Brawn si lanciò in una scommessa che ai più sembrava rasentare la follia. Con i grandi costruttori in fuga dalla Formula 1 il tecnico britannico rileva dalla Honda l'intero team F1 scongiurandone lo scioglimento ed iscrivendolo alla ormai imminente stagione sportiva con il nome autoesplicativo di Brawn GP. Il costo dell'operazione è puramente simbolico, una sterlina, ma la sfida è enorme. Senza l'appoggio economico e logistico del colosso giapponese, la Brawn GP ha margini di manovra risicati, pochissime possibilità di sviluppo e neppure uno sponsor. Squadra e piloti, l'inglese Jenson Button e il brasiliano Rubens Barrichello, accettano pesanti tagli tecnici e retributivi pur di portare in pista la vettura.

La Formula 1 è piena di salvataggi in extremis, di accordi sul filo della logica, di ostinata e cieca passione. Ma non è questo il caso. Ross Brawn ha lavorato per mesi al nuovo progetto dell'Honda Racing F1 Team, e nonostante la precipitosa rinuncia dei giapponesi alle prese con la crisi internazionale dell'auto, sa qualcosa che a tutti gli altri in quel mese di marzo ancora sfugge. Il suo genio progettuale lo ha portato ad individuare una lacuna nel regolamento tecnico, apparentemente piccola ma dai risvolti sorprendenti. Quando il 9 marzo, ad appena tre giorni dalla nascita del team, la Brawn BGP 001 esordisce nei test sul circuito di Barcellona sfoggia un inedito doppio diffusore nella zona posteriore che agendo sui flussi aerodinamici incrementa la deportanza. Anche Williams e Toyota porteranno soluzioni simili, ma sulla Brawn GP quella configurazione si dimostrerà straordinariamente efficace ed abbinata al motore Mercedes renderà la vettura incredibilmente veloce.

La bianca creatura di Ross Brawn parte fortissima con Button che chiude a podio in tutti i primi sette GP dell'anno vincendone ben sei. Alla Brawn GP c'è una gran fame di vittorie e punti ma per una ragione ben precisa. Anche se nel corso della stagione gli sponsor pian piano arrivano a riempire la carrozzeria, non ci sono le risorse per significativi sviluppi. E la concorrenza non sta certo a guardare tra adeguamenti tecnici e grandi investimenti. A partire da Silverstone, ottava gara stagionale, Button entra in modalità "ragioniere" amministrando il vantaggio accumulato. Ma per la Brawn GP arriveranno comunque ancora due vittorie con Barrichello. A contendere la vittoria finale a Button sarà un certo Sebastian Vettel a bordo di una Red Bull che pur priva del doppio diffusore vanta una aerodinamica eccezionale che sarà alla base dei successi assoluti già a partire dalla stagione 2010.

A fine anno un team rilevato per una sterlina, con pochissimi margini di sviluppo e con i piloti ripagati "a risultato" si ritrova a vincere 8 GP su 17 portando a casa sia il titolo piloti che quello costruttori. Evento pressoché unico nella Formula 1 moderna.

Ecco, la stagione 2009 è probabilmente la più anomala a cui io abbia assistito. O almeno lo è stata finora. Perché questa stagione 2020 per le ragioni che ben conosciamo si colloca in una situazione ancora più incerta. Annullati i primi 11 GP della stagione si è infine partiti lo scorso 5 luglio a Spielberg replicando ad una settimana di distanza sulla stessa pista. Il tutto con un calendario in divenire che nella prima stesura prevedeva otto GP in due mesi, il minimo necessario per l'omologazione del campionato. Ora l'elenco dei gran premi si sta ampliando con spazi anche per piste inedite come il Mugello, ma sempre con la spada di Damocle di dover bloccare nuovamente tutto il circus.

In una stagione con queste premesse è quanto mai fondamentale partire forte proprio perché i titoli si assegneranno con un calendario che anche nella migliore delle ipotesi sarà comunque più breve che in passato. E forte è partita ancora una volta la Mercedes che nei primi tre eventi stagionali ha vinto con estrema facilità mostrando un vantaggio tecnico netto e nascondendo probabilmente anche un certo margine ulteriore. Il numeri sono sorprendenti non tanto per la competitività della Mercedes ma per le difficoltà dei concorrenti a ridurre il divario. Sorprendente soprattutto alla luce di un regolamento tecnico sostanzialmente stabile da diverse stagioni, ovvero nella situazione che tipicamente porta ad un livellamento verso l'alto.

Non altrettanto si può dire della Ferrari che probabilmente è arrivata a questa stagione in una delle condizioni peggiori che si possano immaginare; con una vettura che non brilla nelle prestazioni, con un motore che sembra in deficit di potenza, e con uno dei propri piloti già defenestrato per la prossima stagione. Che Charles Leclerc sia un pilota di talento concordano quasi tutti, ma Sebastian Vettel meritava un trattamento migliore. Anche perché se il mondiale in questi anni non è arrivato, ad aver responsabilità sono in molti e non certo solo il pilota. Vedremo.

Intanto fa sorridere il caso della Racing Point, la futura Aston Martin, che riprendendo soluzioni aerodinamiche della Mercedes 2019 sembra andare piuttosto bene. A riprova che la stabilità dei regolamenti può essere un vantaggio per chi ha meno risorse.

E poi ci sono le scuderie motorizzate Ferrari che arrancano, a conferma che i problemi a Maranello sono molteplici. C'è Bottas che dovrà chiarire a se stesso se intende lottare o meno per il mondiale. C'è il solito Hamilton che ormai sembra competere più che altro con i pochi record assoluti che ancora mancano alla sua carriera. C'è un certo Norris, che di nome fa Lando, e che dopo tre gare è quarto in classifica con 11 punti in più del suo compagno di squadra e futuro ferrarista Carlos Sainz Jr. E c'è una assenza, quella di Nico Rosberg; uno dei pochi piloti sempre in grado di alzare il proprio livello fino a battere Lewis Hamilton dalla scomoda posizione di suo compagno di scuderia.