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è passato un po' dall'ultimo aggiornamento sia per cause esterne, sia per un mio errore di valutazione. Avevo infatti impostato due numeri di Condensati di Rete la cui stesura però si è rivelata più lunga di quanto avessi ottimisticamente stimato. Sperò di riproporre quei temi nelle prossime settimane.
L'ultimo prodotto Apple che ricordo di aver usato è una vecchissima versione di QuickTime per Windows 9x. Preistoria insomma. Però non faccio fatica a riconoscere che da Cupertino sono partite molte intuizioni geniali che hanno cambiato radicalmente l'informatica degli ultimi 20 anni. Quando si diffusero i primi rumors sull'intenzione di Apple di lanciare un tablet, ricordo la gara tra i concorrenti ad anticipare l'arrivo sul mercato dei loro prodotti. Erano spesso dei laptop senza tastiera basati su una versione di Windows Xp teoricamente ottimizzata per l'uso touch. Furono prodotti per lo più fallimentari. Ed il perché lo si comprese solo quando l'iPad arrivò davvero sul mercato: nessun punto di contatto con il PC ma una architettura completamente orientata all'uso mobile e quindi molto affine a quella di uno smartphone.
Ora Apple ha annunciato una nuova svolta tecnica che sembra voler ripensare il più tradizionale settore dei desktop e dei laptop. Le nuove generazioni di Mac infatti non utilizzeranno più processori Intel della famiglia x86-64 ma nuove CPU sviluppate internamente. Il comunicato non nomina mai l'architettura ARM, ma è un sottinteso dato per ovvio da tutti gli analisti. è la seconda volta che i Mac subiscono un profondo cambio hardware sopo il passaggio dal PowerPC all'x86 avvenuto nel 2006.
Un paio di considerazioni sono inevitabili. La prima riguarda il notevole incremento delle prestazioni dei processori RISC trainati dalla grande crescita del settore mobile. Per la prima volta le CPU RISC sembrano in grado di competere ad armi pari con i processori CISC senza compromettere i vantaggi in termini di efficienza e gestione energetica. E si, lo so che la distinzione RISC e CISC non è più rigida come in passato, ma un po' di semplificazione aiuta il ragionamento. La seconda considerazione da fare riguarda il software: i nuovi Mac potrebbero ereditare l'enorme parco software nato attorno ad iPhone e iPad che con poche modifiche potrebbe essere compilato anche per uso desktop. Una convergenza i cui risvolti sono tutti da comprendere anche in base a quale supporto sarà offerto alle applicazioni legacy, molto apprezzate da chi lavora su Mac. Per chi volesse approfondire c'è un bel articolo su DDay.it.
Appartengo a quella minoranza che negli anni ha apprezzato #Adobe #Flash. Non tanto per l'uso spropositato che ne facevano certi webmaster quanto per alcune sue specifiche applicazioni come i giochi online o le applicazioni multimediali nel browser. Molti si sgolano dicendo che ormai HTML 5 è in grado di soppiantare in tutto Flash, ma a mio avviso non colgono appieno le differenze tra le due tecnologie.
Con Flash, Adobe ha avuto successo dove Sun Microsystem invece aveva fallito con le applet Java. Per molti anni Flash è stata l'unica tecnologia in grado di fornire una interattività reale ad internet. A Condannarla però più che l'avvento di HTML 5 a mio avviso hanno contribuito le molte vulnerabilità di sicurezza e la sua assenza dal mobile di nuova generazione (anche questa fu una delle situazioni in cui Apple fece da apripista).
Comunque la notizia è che la manutenzione di Flash ha ora una data di scadenza precisa. Il 31 dicembre 2020 Adobe infatti terminerà sia la distribuzione che l'aggiornamento di Flash. Se per qualche ragione quindi avete applicativi che dipendono da Flash, preparatevi per tempo. Intanto per preservare il patrimonio di giochi Flash che rischia di diventare inutilizzabile stanno nascendo dei progetti appositi come Flashpoint che già oggi raccoglie qualcosa come 49 mila giochi. Ma se ci tenete particolarmente a qualche titolo, cercate di scaricarne una copia locale e procuratevi la versione stand alone di Flash Player.
E per oggi chiudiamo qui. A risentirci.