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20200426 OpenDocument ha fallito? [Condensati di Rete - 16 - 26.04.20]

Breve premessa. Agli inizi degli anni 2000 ebbi il piacere di appartenere alla piccola comunità italiana che fece da apripista alla diffusione di OpenOffice. In quegli anni salvai la maggior parte dei miei documenti nel formato OpenOffice.org XML credendo nelle promesse di apertura e standardizzazione di Sun Microsystem e cedendo all'entusiasmo dei miei compagni di viaggio. A distanza di quasi un paio di decenni non ho mai avuto problemi a recuperare il contenuto di quei file, al tempo stesso però non posso non constatare come esista una sola applicazione aggiornata ancora in grado di gestire quel formato in modo completo sia in lettura che in scrittura. Ed è lo stessa OpenOffice che da allora ad oggi ho continuato ad usare stabilmente. Avessi allora usato RTF o il formato binario DOC probabilmente mi ritroverei a litigare con molte implementazioni differenti, ma potrei scegliere in una gamma pressoché illimitata di applicazioni in grado di trattare quei formati.

Molte delle aspettative nate attorno a OpenOffice.org XML trovarono compimento con la standardizzazione di OpenDocument (ODF) nella seconda metà dello stesso decennio. ODF è tecnicamente diverso dal precedente formato e tra i due esiste una sostanziale incompatibilità pur non mancando le similitudini. A partire da OpenOffice 2.0 anche i miei documenti hanno adottato il formato OpenDocument. Non rinnego questa scelta ma in questi ultimi tempi ho l'impressione che anche ODF non sia riuscito a mantenere le promesse di stabilità ed interoperabilità da cui partiva. Condivido con voi alcune delle criticità che mi sembrano più rilevanti.

La versione estesa

Come vi raccontavo nel 14esimo numero, si sono recentemente avviate le procedure per l'introduzione di ODF 1.3. Vi ho anche accennato alle mie perplessità legate al fatto che dubito seriamente ci siano oggi l'interesse e le risorse perché una nuova specifica venga implementata in un buon numero di programmi. Il rischio che vedo è di creare uno standard solo sulla carta ma che poi non trova riscontro nella realtà degli utenti. E lo penso sulla base di quanto accaduto negli ultimi 15 anni. L'ultima versione standardizzata di ODF, la 1.2, risale al 2009 ma già pochi anni dopo sia OpenOffice che LibreOffice hanno iniziato ad utilizzare come impostazione predefinita il così detto "ODF 1.2 esteso" che introduce caratteristiche che non sono nello standard. Per di più anche il formato esteso ha implementazioni differenti. Prendiamo ad esempio la funzione "Formato > Condizionale > Barra dati" di LibreOffice ed usiamola in un foglio di calcolo. Salviamo quindi nel formato predefinito ed apriamo il file con OpenOffice. Risultato? La formattazione condizionale è scomparsa. A conferma se si imposta LibreOffice per salvare nel formato ODF 1.2 standard, questa ed altre funzioni non vengono salvati nel file. è solo un piccolo esempio ma è anche il segno di una certa ipocrisia di fondo. Da un lato si fa pressione sugli utenti per spingerli all'adozione di formati aperti e standardizzati, dall'altro poi gli si da come impostazione predefinita un formato che standard in senso stretto non lo è. Da un lato si martella sui rischi del vendor lock-in, dall'altro si fa esattamente la stessa cosa rendendo del tutto vano lo sforzo di standardizzazione.

Se lo standard è parziale

Dando fiducia a questa pagina di Wikipedia, esiste un lunghissimo elenco di software compatibile con OpenDocument. Questo almeno in teoria. In pratica il livello di compatibilità tra i diversi software resta molto basso. Il motivo di ciò risiede nel fatto che OpenDocument è una specifica estremamente articolata per cui una piena implementazione richiede parecchio lavoro e molto tempo. Prendiamo ad esempio la lista dei programmi compatibili con ODT (file di testo). AbiWord legge bene solo i file più elementari, Atlantis Word Processor gestisce ODF solo in lettura, FocusWriter non gestisce gli stili di formattazione, WordPerfect gestisce solo l'importazione, e potrei proseguire. In sostanza se escludiamo i software derivati da OpenOffice.org, il supporto ad ODT è molto limitato, spesso parziale ed non di rado impreciso anche su documenti non troppo complessi. In questo contesto ODF 1.3 rischia di aggravare la situazione un po' come in passato è avvenuto tra le diverse versioni di RTF. Rischiamo in breve di ritrovarci con molti dialetti ODF tutti tra loro simili ma differenti in alcune parti e quindi incompatibili. Una situazione di caos che certo non gioca a favore del concetto di standard.

L'eterna rincorsa

La funzione "Barra dati" è stata introdotta in LibreOffice per replicare un tipo di formattazione presente nelle versioni recenti di Microsoft Office. L'idea di per se non è sbagliata perché evidentemente la compatibilità con il software di riferimento del mercato è un elemento importante da perseguire. Ciò che invece è discutibile è aggiungere queste nuove funzionalità ad ODF senza che l'utente abbia ben chiaro che queste non sono standard e con grande probabilità non saranno riconosciute da programmi diversi. In coerenza con le decennali battaglie per la standardizzazione dei documenti, ci si aspetterebbe insomma che l'uso di un "ODF 1.2 esteso" venisse chiaramente indicato all'utente lasciandogli la scelta se mantenere le funzionalità aggiuntive sacrificando la compatibilità o rinunciarvi salvaguardando lo standard. Un caso da manuale di quello che è noto come default power.

Alla prossima!