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20200302 La storia di SeaMonkey; Una VPN per Firefox; OpenDocument 1.3 [Condensati di Rete - 14 - 02.03.20]

1. La lunga storia dietro a SeaMonkey

22 gennaio 1998, nel mezzo di quella che passerà alla storia come 'prima guerra dei browser', Netscape annuncia l'intenzione di rendere disponibile sotto licenza open il codice sorgente di #Netscape Comunicator 5 e di voler costruire attorno ad esso una ampia comunità di sviluppatori. Molti parlano di svolta epocale e si affrettano a immaginare un futuro roseo e ricco di successi per l'azienda fondata da Marc Andreessen solo 4 anni prima. Si tratterà invece del canto del cigno per Netscape che nei successivi due anni subirà pesantemente le scelte commerciali di Microsoft in favore del suo Internet Explorer.

Quel progetto poche settimane dopo prese forma come Mozilla ereditando il nome in codice utilizzato dagli sviluppatori di Netscape. L'idea di base era di fare di Mozilla un laboratorio aperto per accelerare il processo di innovazione da catalizzare infine verso Netscape e verso altri progetti interessati a riutilizzare il medesimo codice. Ma il passaggio dalla teoria alla pratica si rivelerà molto più doloroso del previsto. Non basterà infatti l'aurea magica delle parole 'open source' a far decollare lo sviluppo di Mozilla. Passando tra numerose versioni preliminari, nuovi progetti e la dicotomia con Netscape, occorrerà attendere fino al 5 giugno del 2002 per il rilascio di Mozilla 1.0. Nel frattempo però la guerra dei browser ha visto la schiacciante vittoria di Internet Explorer che proprio in quegli anni raggiunge quote di diffusione superiori al 90% finendo per monopolizzare il mercato ed imponendo i propri standard.

Mozilla eredita la struttura multifunzionale di Comunicator tenendo assieme un browser, un client di posta elettronica, un editor di pagine HTML, una rubrica ed altri moduli minori. La comunità che lentamente si aggrega attorno a Mozilla parallelamente inizia a sviluppare moduli indipendenti seguendo l'idea di uno sviluppo più agile e diversificato. Nel giro di un paio di anni questi progetti paralleli vedranno la luce come Firefox, #Thunderbird, Sunbird e -con un percorso più complesso- NVU. è a questo punto che Mozilla diventa la casa comune di molti progetti diversi e si trova a gestire con Firefox un successo che probabilmente va ben oltre le aspettative. L'originale codice ereditato da Comunicator prosegue il suo sviluppo con la nuova denominazione di Mozilla Suite anche se ben presto appare chiaro che Firefox e Thunderbird risultano più idonei a cogliere le opportunità di un mercato improvvisamente riaperto. Uno scenario a cui contribuisce indirettamente la stessa Microsoft che rallenterà vistosamente lo sviluppo di Internet Explorer.

Sul finire del 2005 la Suite finisce ufficialmente su un binario morto con interventi limitati alla sola manutenzione. Alcuni mesi prima anche Netscape 8 ha adottato come base il codice di Firefox tornando ad essere un browser puro come agli albori. Eppure non è ancora tempo di scrivere la parola fine su quella idea di software per internet. Una comunità su base volontaria sostenuta indirettamente dalla stessa Mozilla riprende in mano il codice di Mozilla Suite ed a partire dalla mai pubblicata versione 1.8 da vita un nuovo progetto. Nasce SeaMonkey che, come il suo predecessore, eredita il nome in codice utilizzato dagli sviluppatori. La prima versione stabile arriva nel gennaio del 2006 e da allora con alterne vicende SeaMonkey prosegue il suo cammino.

Perché dunque raccontare proprio oggi questa storia? Anzitutto perché dopo una serie di difficoltà lo scorso 28 febbraio è stato rilasciato SeaMonkey 2.53.1. Non solo si tratta della prima versione stabile da quasi un anno, ma anche del primo rilascio di un nuovo ramo di sviluppo molto promettente. SeaMonkey rimane fedele a se stesso con una interfaccia tradizionale che non prova neppure a nascondere la complessità all'utente ma al contrario gli consegna un controllo esteso e granulare. La parte mail eredita gran parte del codice da Thunderbird mentre il browser si basa su Firefox 60 ESR. Nonostante l'approccio da suite, SeaMonkey risulta più propenso ad adattarsi a macchine con più di qualche anno di vita sulla spalle. Per noi 'nuovi anziani' del web, un porto tranquillo in cui ritrovare vecchie abitudini e riassaporare ricordi un po' sbiaditi.

2. La VPN di Firefox

Vi ho raccontato spesso in questi mesi del tentativo di Mozilla di diversificare le propri entrate. Un primo passo è la nuova #VPN denominata Firefox Private Network e proposta per ora solo agli utenti statunitensi. Una versione gratuita sotto forma di estensione per il browser offre 12 gettoni da un'ora. La versione completa per Android e Windows 10 costa 4,99 dollari al mese ed oltre a non avere limiti temporali protegge l'intero traffico dati anche di altre applicazioni. (-> Firefox)

3. OpenDocument 1.3 approvato da OASIS

OpenDocument è un formato documentale adottato da molti software tra cui #OpenOffice e #LibreOffice. Il formato è stato finora definito in tre versioni (1.0, 1.1 ed 1.2) tutte standardizzate anche dall'ISO. Sono però passati 8 anni dalla versione 1.2 senza ulteriori rilasci formali. Questo ha portato molti in molti software all'adozione di versioni estese necessarie per implementare nuove funzioni ma non aderenti allo standard. Su impulso di The Document Foundation il consorzio OASIS che ha recentemente approvato lo standard ODF 1.3. L'elenco delle novità è molto corposo per cui se siete appassionati di documenti tecnici vi rimando al sito dell'OASIS dove tutto è ampiamente documentato. Non è ancora chiaro (o almeno io non ho trovato riferimenti precisi) come e se si procederà verso una nuova standardizzazione presso ISO. Va comunque messo in conto il rischio di introdurre nuove incompatibilità tra software che usano ODF dato che non tutti i gruppi hanno le risorse per implementare in pieno le nuove specifiche. A farne le spese potrebbe essere la già non eccelsa interoperabilità tra i software che adottano più o meno ufficialmente ODF. Vedremo.