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20200131 Thunderbird tra MZLA Technologies Corporation e MailExtension; OpenOffice verso i 20 anni; FSF vuole Windows 7 open; OneSearch ed altro [Condensati di Rete - 12 - 31.01.20]

Ci sono un bel po' di notizie che in questi giorni hanno attratto la mia attenzione e che cercherò di riassumere in questo dodicesimo numero di Condensati di Rete. Molte di queste riguardano il mondo Mozilla con il nuovo assetto societario creato per Thunderbird e la prossima introduzione delle MailExtension. Si avvicina un importante anniversario per il mondo dell'open source che poco meno di venti anni fa riceveva da Sun Microsystem uno dei suoi massimi contributi. E poi ancora l'aggiornamento KB4532695 che sembra risolvere i problemi di ricerca su Windows 10, la fantasiosa richiesta della FSF di rendere open source il codice di Windows 7, il nuovo motore di ricerca OneSearch. Iniziamo dunque.

1. Thunderbird e MZLA Technologies Corporation

Mentre Firefox è sempre restato al centro dei progetti #Mozilla, il client email Thunderbird ha vissuto alterne vicende. Alcuni anni fa il suo sviluppo è stato separato da quello del browser ed è andato avanti su base prevalentemente volontaria. Non trovando una diversa collocazione, la gestione di #Thunderbird e poi passata direttamente alla Mozilla Foundation, l'organizzazione senza fini di lucro che sta al vertice della struttura societaria di Mozilla. Questa collocazione pur garantendo risorse e stabilità è poco adatta a cogliere le opportunità commerciali ed un generale ritorno di interesse che negli ultimi anni si registra attorno a Thunderbird (spesso si è ad esempio ipotizzato un interessamento di The Document Foundation (->Reddit)). Ora lo scenario cambia nuovamente. Mozilla ha infatti costituito una nuova società denominata MZLA Technologies Corporation che gestirà Thunderbird operando come società commerciale sotto l'egida della fondazione (-> Thunderbird Blog).

è probabile che questo nuovo assetto sia propedeutico ad altre novità che arriveranno a breve, anche se per il momento non si sa molto di più in questo senso. Al momento è stato ricordato che MZLA permetterà di gestire con più elasticità le assunzioni, intraprendere strade finora precluse e gestire in maniera diretta le risorse economiche raccolte attorno al progetto. Priorità e modello di sviluppo restano per ora invariati. Intanto gli utenti che volessero sostenere lo sviluppo di Thunderbird possono contribuire sul sito give.thunderbird.net.

2. Thunderbird e MailExtension

Sempre in tema Thunderbird, in questi giorni si è tornati a parlare del nuovo modello delle estensioni (-> gHacks). Come forse già saprete seguendo il modello di #Firefox, Thunderbird sta migrando dalle estensioni basate su XUL e XPCOM alle nuove WebExtensions. Questa scelta ha ovviamente risvolti sia positivi che negativi. Tra i primi si può sottolineare una maggiore sicurezza ed un più dettagliato controllo dei permessi sui dati accessibili a ciascuna estensione oltre alla possibilità di riutilizzare molti componenti aggiuntivi già disponibili su Firefox. Tra gli elementi critici invece la necessità di riscrivere da zero tutte le estensioni ed un più ridotto campo di azione delle stesse.

Con il recente rilascio di Thunderbird 68 questa discontinuità si è già manifestata e gran parte delle vecchie estensioni non aggiornate hanno smesso di funzionare. Tuttavia la transizione è ancora incompleta perché con Thunderbird 78 in arrivo in estate verrà adottato un modello ancora leggermente differente denominato MailExtension. Le MailExtension sono sostanzialmente strutturate come le attuali WebExtensions ma contengono un set aggiuntivo di API pensate specificamente per i client di posta elettronica. Non va infatti dimenticato che le WebExtensions sono state sviluppate prendendo a riferimento il modello del browser e non includono quindi diverse funzionalità che invece potrebbero essere utili in un programma per la gestione della posta elettronica.

Questa doppia linea di transito sta creando un certo malumore tra gli sviluppatori di estensioni sia per l'incertezza che induce sia per l'onere di lavoro che comporta. Come ho già accennato molte estensioni non sono state migrate al nuovo modello e per molte di queste non ci sono prospettive neppure in futuro. Lo sviluppatore italiano Paolo "Kaosmos" autore di alcune delle più brillanti estensioni per Thunderbird ha ad esempio annunciato la fine dello sviluppo e dell'aggiornamento. Altri come Jonathan Kamens stanno cercando una via alternativa tramite una raccolta fondi su Kickstarter. Kamens racconta la sua personale vicenda nel mondo degli addon di THunderbird e di come in modo anche casuale si sia ritrovato a gestire una decina di estensioni alcune delle quali molto popolari come Send Later. Con l'arrivo della release 68 Kamens è riuscito a convertire gran parte dei suoi componenti aggiuntivi garantendo continuità agli utenti che le utilizzavano. In prospettiva però dell'avvento delle MailExtension il lavoro da fare sembra ancora maggiore. Il tentativo di cedere ad altri lo sviluppo di alcune delle estensioni non è andato finora in porto per cui lo scenario dell'incompatibilità si è fatto più concreto. Da qui la richiesta agli utenti di contribuire allo sviluppo in modo da poter pagare il lavoro necessario alla riscrittura del codice. Il modello proposto da Kamens è interessante anche da un punto di vista, se mi passate il termine, pedagogico perché chiama gli utenti a contribuire direttamente ad i progetti di cui traggono beneficio rimuovendo l'ipocrisia del "tutto gratis". Nel momento in cui scrivo la raccolta ha superato i 25 mila dollari con un obbiettivo finale posto poco sopra i 43 mila.

3. Verso i 20 anni di OpenOffice

Era il 13 luglio del 2000 quando alla O'Reilly Open Source Convention Sun Microsystems annunciò, tra sorpresa ed entusiasmi, l'intenzione di rilasciare il codice di #StarOffice. Una mossa ancora oggi di non semplice interpretazione che ebbe però il grande merito di colmare una delle maggiori carenze della comunità open source in quella fase, vale a dire la mancanza di una suite di programmi per ufficio con funzionalità comparabili con le controparti commerciali.

L'impregno di Sun divenne concreto il 13 ottobre 2000 con la presentazione di Openoffice.org. Occorrerà ancora più di un anno prima del rilascio della versione 1.0 di #OpenOffice che debutterà nel maggio del 2002. Da quegli eventi sono trascorsi ora quasi 20 anni e nella comunità di #OpenOffice si comincia a ragionare di quali iniziative organizzare per celebrare quegli eventi (-> openoffice-dev mailing list). Tra le ipotesi attualmente in ballo c'è anche l'idea di fissare per quella data il rilascio di OpenOffice 4.2, versione che dovrebbe segnare un buon numero di novità rispetto alla storia recente delle versioni 4.1.x.

4. FSF vorrebbe Windows 7 open

Nutro una certa simpatia per l'apparente ingenuità con cui la Free Software Foundation porta avanti alcune delle sue battaglie. Posizioni calate dall'alto di una ideologia molto rigida che sembrano non voler mai fare i conti con una realtà ovviamente molto più sfaccettata. Ricordo ad esempio il logorroico appello "Possiamo mettere fine agli allegati Word" in cui si invitano gli utenti a redarguire chiunque avesse avuto la malaugurata idea di inviarci per posta un allegato di #Microsoft #Office. Dimenticando che non tutti nella vita fanno i "guru" di un movimento alternativo e debbono invece rispondere alle esigenze delle aziende per cui lavorano.

Viaggia sullo stesso binario il recente invito di #FSF rivolto a Microsoft affinché rilasci come software libero il codice di Windows 7. L'appello gioca sulla recente conclusione del supporto a Windows 7 ma anche sulle aperture che da Microsoft sono arrivate negli ultimi anni verso l'open source (che comunque è cosa distinta dal software libero...). Anche qui si fa finta di non sapere che il codice di Windows 7 è molto simile a quello dellee versioni correnti di Windows e renderebbe quindi incredibilmente più semplice sviluppare sistemi operativi compatibili a livello binario con Windows. O più semplicemente si prosegue con la già citata battaglia ideologica che vorrebbe rimuovere ogni modello di sviluppo del software diverso da quello teorizzato da FSF. Ad occhio non credo che l'invito verrà accolto in quel di Redmond...

5. OneSearch, un altro motore di ricerca orientato alla privacy

Nello scorso numero di Condensati di Rete avevo parlato delle versioni Lite di DuckDuckGo e Qwant due motori di ricerca che hanno assunto numerosi impegni in tema di difesa della #privacy. In questo filone che negli ultimi tempi sembra raccogliere un certo interesse prova ad inserirsi anche Verizon Media, società che l'altro gestisce le attività di #Yahoo ed #AOL. Lo fa presentato OneSearch, un nuovo motore di ricerca con impostazioni molto rigide a tutela della privacy degli utenti.

Secondo la descrizione che ne da l'azienda, #OneSearch non fa uso di cookies, non profila gli utenti, non condivide informazioni con gli inserzionisti, non memorizza la cronologia delle ricerche ed applica una crittografia ai termini di ricerca (impedendo in questo modo che la stringa di ricerca possa fornire indicazioni sulla ricerca stessa). Per effetto di queste impostazioni i risultati proposti non subiscono alcun tipo di filtraggio come invece avviene sempre più spesso con i motori di ricerca tradizionali (-> Verizon Media)

Da un punto di vista tecnico i risultati delle interrogazioni a OneSearch sono forniti da Bing e possono essere filtrati per tipologia (web, immagini o video), per data e per livello di contenuto sensibile. Non sembrano al momenti disponibili impostazioni ulteriori per restringere ad esempio i risultati alla sola lingua italiana, ma questo potrebbe essere diretta conseguenza del fatto che il servizio è per ora destinato agli utenti nord-americani. In ogni caso la lingua usata per l'interrogazione sembra venga riconosciuta per cui cercando parole in italiano si trovano solitamente nelle prime posizioni siti nella nostra lingua. Aggiungeteci una bella interfaccia scura e sobria e magari avrete motivi sufficienti per fare una prova.

6. Altre segnalazioni in breve