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C'è una grande ipocrisia di fondo che ci trasciniamo dietro fin dagli albori di Internet (e forse anche da prima). L'idea cioè che la rete sia 'democratica', che dia a tutti le stesse opportunità e lo stesso spazio. Da questa distorta percezione nascono molti equivoci e soprattutto molte false certezze.
La rete è tutt'altro che democratica perché democratici non sono gli strumenti che utilizziamo per accedere alle informazioni. Democratici non sono i motori di ricerca che basano i loro risultati sul concetto di 'popolarità' e non di 'autorevolezza'. E democratici non sono neppure i crawler che i motori di ricerca usano per scandagliare un web che in buona parte rimane inesplorato.
Ma democratici non sono neppure gli strumenti di cui l'incauto internauta dispone. La visibilità sul web non è una variabile neutra ma si compra e si vende al pari di ogni altro bene con qualche valore commerciale. E se di un mercato si tratta è bene non farsi illusioni; chi più può spendere avrà sempre un incolmabile vantaggio su chi non ha risorse.
Sarà forse anche per questo che ormai quanto di meglio possa offrire la rete va cercato oltre la decima pagina dei risultati.